Lettera Pastorale 2021-2022

Lettera Pastorale 2021-2022

 

Mons. Franco Lovignana presenta la nuova Lettera pastorale e lo Strumento di lavoro preparato per l’Assemblea diocesana che sarà celebrata nei prossimi mesi di ottobre, novembre e dicembre.

La Lettera pastorale – “Come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa” – è ancora dedicata all’Eucaristia e cerca di mettere in evidenza il circolo virtuoso e fecondo che esiste tra la Santa Messa e la vita delle famiglie e delle comunità. L’Eucaristia si celebra portando all’altare il pane e il vino che sono «frutto del lavoro dell’uomo» e , in qualche modo segno della vita, dell’operosità, delle gioie e delle sofferenze del mondo intero. Il pane e il vino, come voluto e istituito da Gesù, per la potenza dello Spirito Santo vengono trasformati in Corpo e Sangue del Signore e ritornano attraverso la comunione eucaristica ad alimentare la vita dell’uomo, della famiglie delle comunità e tramite loro a far lievitare evangelicamente la società. L’idea che mi prefiggo è di rendere più consapevoli i fedeli della forza di Dio che opera nel Sacramento, sfuggendo al rischio di ridurlo ad un gesto puramente orizzontale: «Se riduciamo l’Eucaristia a quello che facciamo noi, alle parole che diciamo, ai nostri proclami, allora la depotenziamo e la trasformiamo in una delle tante riunioni mondane, autocelebrative e infarcite di buone intenzioni» (n. 10). Faccio osservare a questo riguardo che i cristiani non convengono per celebrare l’Eucaristia, come a volte diciamo, ma sono convocati, cioè chiamati insieme da Dio stesso. La Messa non è iniziativa nostra, ma Sua!
Nella Lettera pastorale faccio poi tre sottolineature della fecondità comunitaria e sociale della Messa.

La prima: L’Eucaristia è riserva di speranza in questo tempo di rinascita. Siccome l’Eucaristia ripresenta la Pasqua di Gesù, in essa vi è già la conclusione della storia e il suo ingresso nell’eternità. Per questo riferimento alla speranza finale l’Eucaristia richiama a sé come una calamita le tante speranze che caratterizzano la vita dell’uomo. Mi chiedo: «Come mettere insieme la sofferenza patita per i tanti defunti e i tanti malati, la povertà e la paura con il desiderio di reinventare il futuro, di ricostruire le relazioni, di riconquistare la fiducia? L’Eucaristia, facendoci pregustare il Paradiso, ci educa a leggere il tempo presente in funzione dell’eternità. Non si tratta di fuggire fuori del tempo, ma di chiamare l’eternità dentro al tempo. Faccio un esempio: un lutto, una malattia portati all’altare del Signore non vengono cancellati attraverso ‘un’evasione devozionale’, vengono invece uniti al sacrificio di Cristo e alla sua risurrezione; il dolore e la sofferenza restano, ma si aprono al senso pasquale dell’offerta e ricevono luce, forza e consolazione dal Padre al quale ci si abbandona assieme a Gesù: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito (Lc 23, 46).» (n. 9).

La seconda: L’Eucaristia riserva di umanità. Richiamo il fatto che l’Eucaristia contiene tutto quanto Dio rivela su Se stesso e sull’uomo. Da sempre la Chiesa è convinta che nella Liturgia sia contenuta la grammatica fondamentale della fede (lex orandi lex credendi). Per questo motivo celebrare l’Eucaristia impegna i discepoli del Signore a farsi custodi dei valori base dell’essere umani secondo il progetto del Creatore. Questo implica anche andare contro corrente rispetto alla cultura dominante. Scrivo al n. 11: «Dobbiamo essere consapevoli che quando proponiamo la dottrina della Chiesa su punti quali inizio e fine vita, matrimonio e famiglia, sessualità, lavoro, solidarietà, non stiamo difendendo posizioni ecclesiali, ma custodendo baluardi di umanità.» (n. 11).

La terza: La dimensione cosmica dell’Eucaristia. Attraverso la celebrazione eucaristica e la vita dei fedeli la trasformazione operata dallo Spirito Santo raggiunge l’intero il creato che partecipa così della salvezza operata da Cristo. Proprio nell’Eucaristia i credenti prendono e riprendono continuamente coscienza di quando la dimensione corporea e materiale sia importante per il cristianesimo come diceva San Giovanni Paolo II: «Il Cristianesimo non rifiuta la materia, la corporeità; al contrario, la valorizza pienamente nell’atto liturgico, nel quale il corpo umano mostra la propria natura intima di tempio dello Spirito e arriva a unirsi al Signore Gesù, anche Lui fatto corpo per la salvezza del mondo» (Orientale Lumen, 11). Dall’Eucaristia scaturisce quindi l’impegno a «custodire con equilibrio e rispetto il dono che il Creatore ha fatto a tutti gli uomini di tutti i tempi e a convertire conseguentemente i nostri stili di vita.» (n. 13). Faccio un’osservazione che a mio giudizio è importante: bisogna fare attenzione a non «scivolare nel ‘politicamente corretto’ perdendo lo specifico del nostro annuncio e della nostra testimonianza. L’unica ecologia cristiana è quella che vede coinvolti tre protagonisti: Dio, la natura e l’uomo. Non accettiamo nessuna divinizzazione della natura, nessuna demonizzazione dell’intervento umano quando esso sia rispettoso degli equilibri cosmici, nessun ammiccamento a chi vuole ridurre l’uomo alla stregua delle altre creature e poi ne fa un ‘dio’ dispotico e onnipotente riguardo a se stesso, rifiutando di accogliere e rispettare quanto ‘scritto’ dal Creatore nel suo corpo, nella sua psiche e nel suo spirito. Soltanto se rimettiamo Dio al suo posto anche le altre relazioni umane fondamentali (con se stessi, con gli altri, con il mondo) potranno ritrovare l’armonia voluta dal Creatore…» (n. 13).

 

L’Assemblea diocesana che celebreremo nei mesi di ottobre, novembre e dicembre conclude il discernimento iniziato due anni fa e dedicato alla riorganizzazione territoriale della diocesi. L’obiettivo del discernimento è di trovare una forma organizzativa che permetta oggi, nelle condizioni sociali, ambientali e culturali del nostro tempo alla parrocchia di rispondere alla sua missione: essere presenza di Chiesa sul territorio in dialogo propositivo con esso, curare la vita cristiana di coloro che credono in Gesù Cristo (catechesi, vita comunitaria e Sacramenti), annunciare il Vangelo attraverso la parola e la testimonianza della carità a chi non ha incontrato Gesù o si è allontanato dalla fede.

La parrocchia rimane di grande attualità, insegna papa Francesco nella Evangelii Gaudium, ma deve essere elastica e riadattarsi alle nuove circostanze. Per noi vuol dire tener conto dei cambiamenti socio-culturali, della contrazione numerica delle comunità, della riduzione del clero, della mobilità accresciuta delle persone…

Nella terza parte dello Strumento di lavoro abbiamo raccolto le proposte emerse nella consultazione operata in questi due anni. Sostanzialmente si propone di istituzionalizzare in maniera organica gli accorpamenti di parrocchie già esistenti e di proporne altri e di fondere insieme le parrocchie che insistono sullo stesso Comune (riflessione a parte per Aosta). L’Assemblea diocesana sarà chiamata a lavorare su queste proposte e ad esprimere il proprio parere che mi sarà consegnato alla sua chiusura perché io possa elaborare alcune linee che guidino nel futuro prossimo l’organizzazione della diocesi, ma anche la distribuzione del clero e la presenza di altre ministerialità.

Lettera del Vescovo e iniziative diocesane per l’anno pastorale 2021-2022

Lettera pastorale 2021-2022 e Strumento di lavoro per l’Assemblea diocesana